Il nuovo Milan vuole essere protagonista anche nel mondo degli eSport, ovvero gli sport che si basano sull’utilizzo dei videogame. Per lasciare un segno indelebile in questo innovativo ambito sportivo, seguito con interesse da milioni di giovani in tutto il mondo, la società di via Aldo Rossi ha addirittura ridisegnato il suo logo e rivisto il relativo naming, creando la squadra caratterizzata dall’acronimo “AQM”. Si tratta della “crasi” tra Associazione Calcio Milan e Qlash, l’azienda leader nel settore gaming a livello europeo con cui i rossoneri hanno stretto una partnership per partecipare alla eSerie A Tim e ad altre prestigiose competizioni elettroniche di respiro internazionale. Tra gli atleti di punta del team c’è Diego Campagnani, pro-player di livello mondiale noto agli appassionati con il nickname “Crazy Fat Gamer”. Lo abbiamo intervistato.
Diego, partiamo dagli inizi: si può dire che tu sia nato con il joystick in mano… Ricordi la prima partita?
D.C. Gioco ai videogame da quando sono bambino, ma la prima partita è indimenticabile: l’ho disputata con Fifa 97 sulla Playstation 1.
Quando ti sei accorto di avere un’abilità fuori dal comune?
D.C. Alcuni anni fa, dai miei amici. Quando andavo da loro a giocare alla Play, riuscivo a batterli piuttosto agevolmente pur non essendo particolarmente “allenato”, visto che a casa la console io non ce l’avevo.
Quindi anche nei videogiochi l’allenamento aiuta a migliorare…
D.C. Come in tutti gli sport, la pratica e l’allenamento sono fondamentali. Per arrivare ai massimi livelli occorre dedicare a questa disciplina davvero molto tempo.
Quanto?
D.C. Mi alleno dalle 5 alle 7 ore ogni giorno, senza mai trascurare la preparazione fisica, essenziale per poter rilassare e far riposare la mente in maniera adeguata.
L’utilizzo intensivo di videogame può costituire un rischio per la salute?
D.C. Con una gestione ottimale dell’attività, non credo si corra il rischio di sviluppare una dipendenza.
A livello economico, invece, un ePlayer come se la cava?
D.C. È un lavoro e come tale viene retribuito. C’è chi guadagna di più e chi meno: dipende dai risultati che si raggiungono in carriera…
E i tuoi familiari approvano la tua scelta professionale?
D.C. Sono molto contenti! Da sempre mi supportano nel mio percorso.
Veniamo alla chiamata di Qlash: quanto è stata importante per l’esplosione della tua carriera?
D.C. Penso sia stata fondamentale. Insieme, peraltro, siamo riusciti a costruire una storia indimenticabile. Spero che in futuro si possano lasciare ancora tanti “segni”…
Sei poi entrato nell’orbita delle squadre della Serie A italiana, facendo scalpore per il tuo passaggio dall’Inter al Milan. Come hai vissuto questa situazione? Anche perché i tifosi ci sono pure negli eSport…
D.C. Ho affrontato la situazione tenendo bene a mente il fatto che sono un eGamer professionista. Qualche follower ha sicuramente smesso di seguirmi, ma è normale. L’importante è dare sempre il massimo e onorare la squadra per cui si gioca. Essendo un tifoso del Milan, questa volta la maglia pesa ancora di più.
A proposito di Milan, cosa significa per te rappresentare un club così glorioso e amato?
D.C. Un sogno: il Milan è uno dei club più importanti in Italia e nel mondo. Quando indosso la maglia AQM provo un’emozione indescrivibile.
La vittoria a cui sei più legato?
D.C. La conquista del Campionato Italiano di Fifa 18, ma anche la vittoria alla Fut Champions Cup 2, svoltasi a Bucarest: ho quei momenti impressi nella mente come se fossero avvenuti ieri.
Hai già sfidato giocatori della prima squadra del Milan?
D.C. Purtroppo, anche per colpa della pandemia, non si è ancora presentata l’occasione. Spero possa accadere in futuro!
Durante le tue partite, chi è il rossonero che risponde meglio… ai comandi?
D.C. Theo Hernández: è mostruoso anche in Fifa e non solo nella realtà!
Nello scorso campionato elettronico, per il Milan, il finale è stato amaro. Quali sono i prossimi obiettivi?
D.C. Con Fifa 22 cercheremo di vincere il Campionato e arrivare al Mondiale.
E nel tuo futuro cosa c’è oltre al Campionato con il Milan? Il titolo di campione del mondo o, magari, un’Olimpiade?
D.C. Non ci si può mai sentire “arrivati”, nemmeno dopo tante vittorie significative. Per questo, nel mio futuro, c’è la voglia di continuare a vincere e a dimostrare che ogni record può essere infranto: questo è l’aspetto più importante per poter fare bene.